
Io sono cresciuta sentendomi amata e le persone che mi sono state accanto nei primi anni della mia vita (quelli dove si imparano i comportamenti e gli atteggiamenti che ti segnano la vita, almeno secondo me) mi hanno sempre insegnato e spinto a credere che nel mondo non esistesse il male. In fondo che senso ha il male quando si vive in un mondo perfetto? Perchè è proprio in un mondo perfetto che ho trascorso l'inizio della mia vita... Non ero viziata, proprio per niente, ma diciamo che riuscivo a capire quali fossero le cose davvero importanti, quindi mi ritenevo soddisfatta della mia vita. Poi sono iniziate le scuole. Beh, dell'asilo non ci si può certo lamentare. Li sono nate le prime amicizie, molte delle quali mi accompagnano ancora oggi. Le elementari. Il primo "fidanzatino", quello che ti ricordi a vita per la semplicità del rapporto che, pur essendo poco più di un'amicizia, appariva come una cosa semplicissima ed automatica. Quel bambino che poi è diventato il mio migliore amico. Alle medie sono arrivati i veri problemi. E non veri nel senso di seri, ma intendo quelli che hanno cambiato il mio modo di vedere le cose... Prima di tutto l'amica che mi era sempre stata accanto e che consideravo "per sempre" mi ha mollata tutto di un tratto, tanto che ora non ci sentiamo nemmeno più. Ovviamente e fortunatamente ho trovato un'altra amica, decisamente migliore della prima... Poi sono iniziati i casini in amore, come potevano mancare? Ho iniziato a prendermi cotte per altri ragazzi oltre al primo ed ho avuto anche alcune storie, fino a che è arrivato un ragazzo di 3 anni più grande che mi ha fatto innamorare. E anche ora credo sia l'unica volta che mi sono sentita così presa da una persona. Solo che, avendolo conosciuto al mare, non ci vedevamo veramente mai ed io ci stavo troppo male, allora mi è venuta la stupenda idea di lasciarlo. Solo dopo ho capito che quello era l'errore più grade che avrei potuto fare. Ora io e questo ragazzo siamo amici, ma io non ho ancora trovato nessuno come lui e spesso mi capita di pensare a come sarebbe se tornassimo insieme. Dopo questo ci sono state altre cotte, ma mai come quella.
Un altra cosa che mia ha fatto notare la scuola è stata la mia diversità da tutte le ragazze della mia età. Loro parlavano perfino di come piangere senza farsi scoprire! Io non avevo mai pianto se non per capriccio quando ero piccola. Ero la ragazza più allegra e simpatica del gruppo, ma nello stesso tempo anche la più fredda. Cioè quella che non si lasciava mai condizionare, che era sempre decisa e che sembrava non provare sentimenti. Probabilmente ancora oggi io sembro così; ebbene è esettamente il contrario. Solo quelli come me possono capire come ci si sente quando si sta male, ma male davvero, e non si riesce in nessun modo a sfogarsi perchè, per protezione, ci si è creati intorno una sorta di scudo protettivo che non fa penetrare niente, ma che non fa nemmeno uscire dal nostro corpo la tristezza, che quindi si trasforma in rabbia e nervosismo. Quindi ci si ritrova a invidiare le persone che riescono a piangere ed ad ammettere apertamente i loro sentimenti, senza capire perchè non si è così: in fondo sarebbe tutto più facile. A colpa di questo carattere duro, inoltre, gli amici diminuiscono sempre più, le tue amiche più care ti escludono dai loro gruppi senza spiegazioni e, nella nuova scuola in cui immaginavi di poterti creare una nuova vita, ti ritrovi in mezzo ad un branco di bambini che fingono di essere grandi solo perchè sono capaci di litigare e discutere su ogni cosa. Questo ti porta a fare la parte di quella secchiona che passa il compito a tutti, ma che nessuno caga mai o si degna di ringraziarla per lo sbattimento, quella che non vuole andare a scuola non per i professori o per i compiti, ma per il fatto che non vede l'ora di tornare a casa per smettere di sentirsi un'idiota sfruttata da tutti e sola. Ovviamente questo però non lo faccio notare. Io sono quella che sta sempre bene, è sempre felice ed ha la battuta pronta in qualunque situazione per far ridere il triste di turno. Ma mai nessuno si chiede se anche io sto male, se ho bisogno di qualcuno con cui sfogarmi, un amico vero a cui poter dire veramente tutto. Nessuno crede che io, quella forte, possa avere dei problemi. Che la mia vita non sia tutta rose e fiori. In fondo chi si chiede mai se il Jolly di corte ha bisogno di essere rallegrato?